Rinviato al prossimo anno accademico 2016/2017
Data: Rinviato al prossimo anno accademico 2016/2017
Vibrazioni e Sinestesie tra Colori e Musica.
“Il colore è un mezzo che consente di esercitare un influsso diretto sul l’anima. Il colore è il tasto, l’occhio, il martelletto, l’anima, il pianoforte dalle molte corde. L ‘artista è una mano che toccando questo o quel tasto mette in vibrazione l’anima umana…” [Kandinskj]
Per Kandinskj i colori erano come suoni da dipingere su tela. Egli desiderava che i suoi dipinti venissero “ascoltati” come si ascolta una sinfonia. La sinestesia è un fenomeno raro, riscontrabile tra poche persone. In queste persone le percezioni che provengono da due o più sensi si mischiano tra loro.
Il termine sinestesia deriva dal greco syn=unione ed aisthesis=sensazione, ovvero: percepire insieme.
Il fenomeno percettivo della sinestesia pone un sinestesico ad interrogarsi sulla realtà ed a riceverne informazioni in modo differente da una persona comune.
Nel corso dei secoli questo fenomeno è stato al centro di approfonditi studi da parte di scrittori, poeti, scienziati, musicisti e pittori.
Kandinskj riconosciuto come il capostipite dell’arte astratta, sentì la necessità di capire la sinestesia e di trarne una idea artistica, studiando ed esplorando le relazioni che intercorrono tra suono e colore fino ad adottare termini musicali per descrivere le sue opere, definendole “composizioni” e “improvvisazioni “.
Tra i più grandi geni della musica, sembra che Mozart fosse sinestesico ed avesse quindi la capacità sensoriale di vedere il colore delle note insieme al loro suono.